Particolare della Resurrezione di Lazzaro di Santi di Tito

Vivere

Quinta settimana di Quaresima

Invochiamo lo Spirito Santo

Vieni, Spirito Santo,
Signore che dai la vita,
sorgente inesauribile di gioia e di pace:
rendici figli nel Figlio Gesù, nostro Signore.

Ascoltiamo il Vangelo della quinta domenica (Gv 11,3 ss)

In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».
Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi
crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».
Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».
Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato».
Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario.
Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».
Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Riflettiamo

Dio è vita e dona vita, ma si fa carico del dramma della morte. Gesù avrebbe potuto evitare la morte dell’amico Lazzaro, ma ha voluto fare suo il nostro dolore per la morte delle persone care, e soprattutto ha voluto mostrare il dominio di Dio sulla morte. (…)
La risposta di Dio al problema della morte è Gesù: “Io sono la resurrezione e la vita… Abbiate fede! In mezzo al pianto continuate ad avere fede, anche se la morte sembra aver vinto. togliete la pietra dal vostro cuore! Lascaite che la Parola di Dio riporti la vita dove c’è morte”. (…) Siamo chiamati a togliere le pietre di tutto ciò che sa di morte: ad esempio, l’ipocrisia con cui si vive la fede, è morte; la critica distruttiva verso gli altri, è morte; l’offesa, la calunnia, è morte; l’emarginazione del povero, è morte. Il Signore ci chiede di togliere queste pietre dal cuore, e la vita allora fiorirà ancora intorno a noi. Cristo vive, e chi lo accoglie e aderisce a Lui entra in contatto con la vita.

papa Francesco, Angelus 29.03.2020

Domandiamoci

Quali pietre chiudono il mio cuore?
“Credo nella resurrezione della carne”: cosa suscita in me questa affermazione che diciamo nel credo?

Poniamo dei gesti concreti

  • Viviamo i nostri impegni di carità con la gioia della resurrezione.
  • Cerchiamo di intercettare i bisogni delle persone più fragili (anziani soli, genitori single, badanti straniere, et c.) e diamo vita a iniziative per loro in collaborazione con i gruppi parrocchiali.
  • Prestiamo attenzione ai fatti positivi (piccoli o grandi, personali o comunitari) per trarne la fiducia necessaria per alimentarne il nostro impegno quotidiano.

Lasciamoci illuminare dall’arte

Santi di Tito, Risurrezione di Lazzaro, 1576, Basilica di Santa Maria Novella (primo altare della navata sinistra, originariamente sul quinto altare della navata destra), Firenze.

Ressurrezione di Lazzaro di Santi di Tito
Resurrezione di Lazzaro di Santi di Tito

La ristrutturazione interna di Santa Maria Novella che oggi possiamo ammirare la dobbiamo a Giorgio Vasari e ai lavori commissionati dal Granduca Cosimo I dei Medici, nell’ambito del più ampio progetto della renovatio Urbis che si apprestava a cambiare il volto della città e delle chiese fiorentine secondo le indicazioni del concilio di Trento concluso nel 1563. I cambiamenti più vistosi riguardarono principalmente le navate: fu eliminato il tramezzo di separazione tra la parte destinata ai laici e quella ad uso dei frati; fu spostato il coro dietro l’altare maggiore e furono riordinate le pareti laterali mediante l’inserimento, in corrispondenza di ogni campata, di un’edicola con altare in pietra serena, con incastonata una grande pala d’altare rappresentante un episodio tratto dai Vangeli o dalle vite dei Santi. Il risultato è un insieme perfettamente coerente, progettato per guidare lo sguardo del fedele verso l’altare maggiore, senza cesure o distrazioni di sorta.
Appartiene a questa fase la tavola della Risurrezione di Lazzaro del pittore Santi di Tito che si trovava sul quinto altare della navata destra, davanti al quale si riunivano le Compagnie di Gesù Pellegrino e della Croce al Tempio, due importanti associazioni di carità presenti nel complesso domenicano fin dal quattordicesimo secolo. Il soggetto scelto – correlato alle funzioni assistenziali che la Confraternita del Tempio svolgeva a beneficio dei condannati a morte – mostrava ai fedeli uno dei miracoli più noti di Gesù, prefigurazione di ciò che Gesù stesso avrebbe vissuto.
L’immagine è popolata da molte figure; il Vangelo narra infatti la presenza di molti giudei, qui rappresentati in una moltitudine di atteggiamenti, dallo stupore alla commozione, all’incredulità.
I personaggi sono inseriti in una cornice di solenni architetture, testimoni del fatto evangelico, trasmesso con naturale semplicità, così come sono vere e quotidiane le emozioni dipinte sui volti: la domanda muta del giovane che solleva le bende dal volto di Lazzaro, la devota riconoscenza di quest’ultimo per la vita riconquistata, la dolcezza malinconica delle giovani sorelle di Lazzaro inginocchiate; su tutti si impone la tenerezza dello sguardo privilegiato fra Lazzaro e Gesù, che il Vangelo ci mostra “commosso”. Il pittore riesce a infondere a Cristo un afflato di umanità così realistico da farci desiderare di essere guardati allo stesso modo. Oltre le arcate, oltre lo sperone roccioso della sepoltura di Lazzaro, si impone una veduta di città ideale stagliata su un cielo rischiarato da luci rosate.

In questa settimana preghiamo in particolare per…

…tutti i malati e gli anziani che sentono venir meno le forze vitali, per tutti i giovani che si sentono confusi e incerti nell’affrontare il futuro, per le donne che aspettano un bambino e si sentono incapaci di accogliere questa nuova vita: preghiamo perché tutti e tutte sentano l’amore forte e fedele del Signore della vita e ricevano il necessario sostegno materiale e spirituale da parte delle istituzioni e delle nostre comunità.

Visita guidata

È possibile partecipare alla visita guidata domenica 26 marzo ore 15.00 oppure ore 16.00. È necessario iscriversi compilando il form (v. qrcode qui di lato) opp. telefonando al 055292237 o al 3357908559 (lun-ven ore 9.30-15.00). Appuntamento davanti alla basilica. La visita guidata è gratuita. È richiesto un contributo per il noleggio degli auricolari (€ 2,00 a persona) oltre al prezzo del biglietto per l’ingresso in Basilica (€ 5,00 a persona).

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