Sinterklaas

San… “Babbo Natale”!

Da quest’anno cercheremo ogni mese di dedicare un articolo ad un Santo od ad un Beato meno conosciuto che si celebra nel mese e che valga la pena di incontrare… A parte casi eccezionali come per “Babbo Natale” notissimo a tutti anche se non tutti sanno trattarsi di persona realmente esistita.


San Nicola di Mira o di Bari

vescovo (IV secolo)

6 Dicembre

San Nicola è uno dei santi più venerati sia nell’oriente che nell’occidente, notissimo per la sua bontà e per la sua carità. Furono queste sue qualità, probabilmente, a sollecitare la fantasia del popolo che ha affidato a lui il ruolo di bonario dispensatore di regali ai bambini nella magica notte di Natale, o in altre occasioni dell’anno, a seconda delle locali usanze. Non tutti però sanno che sotto le fattezze e l’abbigliamento del dispensatore di doni c’è il santo vescovo di Mira in Siria, Nicola. Un personaggio che persino i protestanti in qualche modo venerano, dimenticando per un giorno la loro scarsa simpatia per il culto sei santi.

Nicola era nato, sembra, a Patara nella Licia, oggi città della Turchia, verso la fine del terzo secolo. Della sua vita si conosce poco con certezza; molto nutrito è invece il numero di leggende che lo riguardano. Quasi tutte fanno riferimento alla Legenda aurea di Jacopo da Varazze, una raccolta di deliziosi e fantastici aneddoti, secondo la quale Nicola fu predestinato fin dalla nascita a una vita di austera santità. Il giorno del battesimo infatti, e si suppone che sia stato battezzato a pochi giorni dalla nascita, «stette per se medesimo retto nel bacino, e due dì della settimana, cioè il mercoledì e il venerdì, solamente una volta per die prendeva il latte».

Fattosi più grandicello poi, narra ancora la Legenda, «schifava dissoluzioni e la vanità» frequentando invece assiduamente le chiese.

Giovani del suo stampo di solito finivano in monastero. Non fu il suo caso: sulla cattedra episcopale di Mira, infatti, non arrivò a coronamento di una carriera ecclesiastica volutamente perseguita, ma per un «gioco» del destino. I vescovi della Siria erano riuniti a concilio per dare alla città di Mira un nuovo pastore. Non c’erano candidati, e nessuno aveva in mente qualcuno in particolare. Si affidarono allora alla volontà di Dio, decidendo di eleggere il primo che fosse entrato in chiesa e si chiamasse Nicola. Il primo a entrare con quel nome fu lui, e così venne eletto vescovo. Che in questa vicenda ci avesse qualcosa di suo lo Spirito Santo, i cittadini di Mira se ne accorsero subito, perché Nicola fu un vescovo santo, ricco di zelo e di traboccante carità.

La Legenda aurea riferisce al riguardo un edificante e insieme suggestivo episodio. Un suo vicino di casa era caduto in uno stato di indigenza tale che, per uscire dalla miseria, aveva pensato di avviare alla prostituzione le sue tre giovanissime figliuole. Conosciuta la «scellerata intenzione — così racconta la Legenda — mosso da zelo di pietade [il santo Niccolaio], tolse una massa d’oro, di nottetempo gittolla segretamente per la finestra» del povero uomo. Il gesto di fine carità si ripeté finché quel padre non riuscì a maritare tutte e tre le figlie, impedendo così che intraprendessero le vie del vizio.

Un’altra volta, poi, ridonò la vita a tre sfortunati ragazzini che un perfido macellaio aveva sgozzato per ricavare dalle loro carni tenere fettine. Altri miracoli fece per venire incontro alle necessità dei suoi fedeli, o per convincerli a rinunciare al culto di una persona idoleggiata chiamata Dina (che in vita «era stata una pessima donna» sottolinea la Legenda) per ritornare al beneficante culto dell’unico e vero Dio.

Ricco di meriti, il santo vescovo di Mira morì sessantacinquenne intorno alla metà del IV secolo, ricordandosi anche dall’aldilà delle necessità dei suoi figlioli. «Quando il Signore — racconta la Legenda — manifestò al santo la sua intenzione di chiamarlo a sé, san Nicola lo pregò di mandargli incontro i suoi angeli. Reclinato il capo, egli vide davvero gli angeli venirgli incontro e allora rese l’anima a Dio. Fu sepolto in una tomba di marmo, dalla quale cominciò a zampillare una fontana d’olio dalla parte della testa, mentre dai piedi usciva una vena d’acqua, e fino ai nostri giorni esce dalle membra del santo un olio che risana molte malattie».

Le reliquie del santo riposarono nella cattedrale di Mira fin quando, per sottrarle alla profanazione degli invasori turchi, sessantadue soldati di Bari non se ne impadronirono per trasferirle nella loro città, dove vennero collocate con grande onore, il 9 maggio del 1087, nella cattedrale che divenne poi il centro mondiale del suo culto e, cosa importante, l’anello di congiunzione con il mondo ortodosso che ancor oggi lo venera come proprio santo.


Tratto da: P. Lazzarin, Il libro dei Santi, Messaggero di S. Antonio editrice, 2013

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