Il ricco Epulone di Bonifacio de' Pitati Veronese

L’altro è un dono…

Sabato 25 Febbraio viene distribuito il numero di Marzo del Giornalino Parrocchiale “In Cammino” (scaricabile a questo link: Marzo 2017 Anno XXXI Numero 3).

In questo numero:

  • L’altro è un dono…
  • Quaresima. Come la vita: un cammino di conversione
  • Facciamo Silenzio
  • Vivere la felicità vera: “Sacramenti dell’Iniziazione Cristana”. La Confermazione. Quale è il rito essenziale della Confermazione?
  • “Rito dell’Acqua”
  • Ritiro Parrocchiale
  • Mercoledì delle Ceneri e Quaresima

Di seguito l’articolo di apertura:

L’altro è un dono.

L’altro è un dono. Questa è l’affermazione che guida il messaggio per la Quaresima 2017 di Papa Francesco (lo trovate qui: https://goo.gl/bvm5l5)

Il percorso tracciato da Papa Francesco in questo breve ma intenso messaggio prende spunto dalla conosciuta parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro (cfr Lc 16,19-31). Rileggiamola con attenzione.

Lo stile narrativo vivace e dettagliato ci mette davanti un abisso di ingiustizia davanti al quale non possiamo rimanere indifferenti.

Il Ricco è descritto come sfacciatamente Ricco: “indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti” (v. 19). La sua condizione sociale la percepiamo quasi offensiva nel confronto con Lazzaro.

Il povero Lazzaro è tratteggiato con linee forti che ce lo mostrano in una condizione di povertà estrema. In una totale e assoluta indigenza: “Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta [del Ricco], coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe” (v. 21).

La nota di Luca circa i cani sembra quasi suggerire un atteggiamento pietoso da parte dei cani. In realtà è una nota ancora più terribile agli occhi di un Ebreo. Infatti il popolo di Israele considerava animali impuri i cani. Avere le piaghe leccate da un cane aumenta ulteriormente la disgrazia di Lazzaro rendendolo anche impuro davanti a Dio!

Sappiamo come si snoda poi i racconto della parabola. Lazzaro muore e viene “portato dagli angeli accanto ad Abramo” (Lc 19,22a). Poi: “Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui” (v. 22b-23).

Ma in questo quadro così sconcertante, osserva Papa Francesco nel suo Messaggio, un elemento risalta in maniera chiara. Il povero non ha niente. Ma ha un nome: “Lazzaro” che significa «Dio aiuta». Scrive il Papa: «Perciò questo personaggio non è anonimo, ha tratti ben precisi e si presenta come un individuo a cui associare una storia personale. Mentre per il ricco egli è come invisibile, per noi diventa noto e quasi familiare, diventa un volto; e, come tale, un dono, una ricchezza inestimabile, un essere voluto, amato, ricordato da Dio, anche se la sua concreta condizione è quella di un rifiuto umano. Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore.».

L’altro è un dono: da riconoscere, accogliere, accompagnare.

Facciamo diventare questa Quaresima l’occasione per aprire i nostri occhi e riconoscere il fratello, il “Lazzaro” che incrocia il percorso della nostra vita.

I nostri occhi, proprio come quelli del Ricco della parabola, corrono il rischio di essere accecati dalle cose che ci circondano e di non accorgersi del Fratello/Lazzaro che ci sta accanto. I nostri occhi che hanno il bisogno di essere vigili nella contemplazione della Parola di Dio: unica luce che ci dirige con certezza all’incontro con il Signore. È chiara l’indicazione che riceve il Ricco della parabola quando chiede al Padre Abramo un segno di ravvedimento per i suoi fratelli ancora in vita: «Se non ascoltano Mosè e i profeti [la loro Parola], non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti» (v. 31).

La Chiesa come ogni anno ci indica in Quaresima gli strumenti che la Tradizione ci consegna quali cardini del cammino di conversione: il digiuno, la preghiera e l’elemosina.

Cerchiamo di viverli con un atteggiamento rinnovato scollegandoli dalle consuetudini forse un po’ logore che da sempre sono associate a questi tre elementi.

Digiunare significa privarsi di qualcosa di essenziale. Ci sono molti digiuni che possiamo fare e che sono molto più significativi (e impegnativi!) del semplice saltare un pasto. Si può digiunare dai Social Media, dalla TV, da ciò che corre il rischio di diventare troppo “centrale” nella nostra vita (forse qualcuno può “digiunare” limitando il tempo che dedica allo sport e alla cura del proprio corpo?).

Preghiamo. Ricordandoci che la vera preghiera viene innanzitutto dal cuore e che principalmente è fatta di ascolto della Parola di Dio (la parabola ce lo insegna bene!) e di silenzi affinché sia Lui a parlare alla nostra vita… troppo spesso la nostra preghiera è fatta di formule quasi che volessimo “stordire” il Signore con il nostro continuo invocarlo.

Facciamo l’elemosina in maniera seria, intelligente, slegandola dal rito della monetina consegnata al mendicante ormai diventato una abitudine. Fare l’elemosina significa impegnarsi in prima persona per costruire una giustizia migliore per tutti gli uomini. L’elemosina la si fa anche decidendo cosa comprare dove comprarlo favorendo chi con fatica cerca di vivere onestamente e fa fatica contro un sistema economico che schiaccia i piccoli per favorire i grandi. L’elemosina la si fa anche dedicando un po’ del nostro tempo a qualcuno con atteggiamento gratuito e fraterno (il tempo: il bene più prezioso, ci manca sempre!). Ricordiamoci il monito del Papa: “l’altro è un dono!”. Ma soprattutto ricordiamo l’elemento principale: l’elemosina la si fa privandoci di qualcosa di essenziale, non del superfluo.

In questo cammino quaresimale è proposta alla comunità una attività che coinvolgerà tutti coloro che lo desiderano.

In fondo chiesa dal Mercoledì delle Ceneri (1 marzo) fino al 2 aprile troverete un biglietto con il testo che trovate riportato nella cornice di seguito accompagnato da alcune domande ci aiuteranno a condividere il nostro personale percorso di conversione quaresimale.

Prendete il foglietto, leggetelo con calma e condividete le vostre riflessioni mettendole nella scatola. Diventeranno un messaggio di conversione scritto dalla Comunità per la Comunità e che ci regaleremo in occasione di questa Pasqua 2017.

Buon cammino di Quaresima a tutti!

don Simone

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