Papa Francesca saluta una famiglia

Pace!

Martedì 31 Dicembre viene distribuito il numero di Gennaio del Giornalino Parrocchiale “In Cammino” (scaricabile a questo link: Gennaio 2020 Anno XXXIV Numero 1).

In questo numero:

  • Pace!
  • Visita alle famiglie
  • Papa Francesco dice: essere costruttori di pace
  • Il campanile torna a funzionare
  • Facciamo silenzio
  • Promemoria per un anno sereno

Di seguito l’articolo d’apertura:

disegno di Giampiero Puliti

Nell’ultimo messaggio sulla giornata mondiale della pace di Papa Francesco, c’è una frase che colpisce:

“Non si ottiene la pace se non la si spera”

C’è forse qualcosa di più grande, di più vivo e forte della speranza?

Questa affermazione ci porta a riflettere sul fatto che la pace, di cui tutti parliamo con la bocca, e a cui tutti aneliamo con le parole, deve sicuramente nascere e fortificarsi dentro di noi, nei nostri cuori e soprattutto deve germogliare nelle relazioni con il nostro prossimo, a cominciare dalle nostre famiglie.

Essere portatori di pace è difficile, faticoso, perché richiede impegno costante. Il più grande nemico della pace è l’indifferenza, l’essere chiusi in se stessi e il non voler considerare l’altro come un fratello, come un’occasione di crescita e di amore. Per questo bisogna imparare per prima cosa a coltivare la pace nel nostro nucleo familiare, per poi poterla esportare nella quotidianità del lavoro, delle relazioni umane e nel mondo, che purtroppo è ancora ferito da molti conflitti di ogni genere.

Le guerre che flagellano l’umanità, qualunque esse siano, cominciano spesso con l’insofferenza per la diversità dell’altro. Questi sentimenti nascono nel cuore dell’uomo, dalla sua superbia, dall’odio, che induce a distruggere, a rinchiudere l’altro in un’immagine negativa, inferiore, così da poterlo escludere e cancellarlo. La guerra si nutre di ambizioni, di abusi di potere, e della differenza vista come ostacolo.

Sfiducia e paura contribuiscono aumentando sempre più la fragilità delle relazioni umane, creando un circolo vizioso che non potrà mai condurre alla pace. Perciò, non possiamo pretendere di mantenere la stabilità nel mondo attraverso la paura, chiusi all’interno dei muri del menefreghismo, dove si prendono decisioni socio-economiche che aprono la strada ai drammi dello scarto dell’uomo e del creato. Come è possibile allora, costruire un cammino di pace?

Ricordando chi è Cristo e che è morto in Croce per noi, lasciandoci come testamento spirituale l’amore assoluto:

“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici” (Gv 15,9-17)

Il mondo quindi non ha bisogno di parole vuote, ma di testimoni convinti, di veri artigiani della pace, costruttori pazienti, aperti al dialogo senza esclusioni né manipolazioni. Infatti, non si può giungere veramente alla pace se non quando vi sia un convinto dialogo di uomini e donne che cercano la verità al di là delle ideologie e delle opinioni diverse. La pace è un cammino che va fatto insieme, cercando sempre il bene comune e impegnandoci nell’ascolto reciproco, in cui possa crescere anche la conoscenza e la stima dell’altro, fino al punto di riconoscere nel nemico il volto di un fratello.

Dobbiamo fortemente credere che anche l’altro ha dentro di sé il nostro stesso bisogno di pace. In questo cammino, ci può ispirare solo l’amore di Dio: liberante, illimitato, gratuito, instancabile. Sarà così che la cultura dell’incontro tra fratelli e sorelle vincerà contro la cultura della minaccia e della paura. Ogni incontro sarà una possibilità e un dono dell’amore generoso di Cristo che ci guiderà ad oltrepassare i limiti dei nostri orizzonti ristretti, per puntare sempre a vivere la fraternità universale, come figli dell’unico Padre celeste.

Noi cristiani, siamo aiutati e sostenuti in questo cammino anche dal sacramento della Riconciliazione, donatoci dal Signore per la remissione dei peccati. Questo sacramento, che rinnova le persone, chiama a tenere lo sguardo rivolto a Gesù, che ha riconciliato

“tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli” (Col 1,20);

e ci chiede di deporre ogni violenza nei pensieri, nelle parole e nelle opere, sia verso il prossimo sia verso il creato. La grazia di Dio Padre si riceve come amore senza condizioni. Ottenuto il perdono in Cristo, possiamo metterci in cammino per offrirlo agli uomini e alle donne del nostro tempo. Giorno dopo giorno, sempre sostenuti dallo Spirito Santo che ci suggerirà atteggiamenti e parole, affinché possiamo essere veri ambasciatori di giustizia e di pace.

Che la pace sia con tutti noi e che ogni persona di questo mondo possa sviluppare pienamente la promessa d’amore e di vita che porta dentro di sé.


di Monica Detti

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