LA PAROLA DELLA SETTIMANA
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito (2,11-13)
Fratelli, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Tit (2,11-13)
RIFLETTIAMO
Questo brano della lettera a Tito costituisce anche la seconda lettura della notte di Natale: la grazia, ovvero l’amore gratuito di Dio che è apparso nel mondo e di cui qui si parla è Cristo stesso, la salvezza per tutti gli esseri umani. Nel riferirsi alla venuta di Cristo l’autore della lettera a Tito inserisce anche il tema dell’attesa. Il cristiano vive all’interno di questa storia proiettato allo stesso tempo nel futuro. Questo futuro non è tuttavia un’illusione utopica né va inteso come una prospettiva apocalittica che ci porta a disprezzare il tempo in cui viviamo e che si tinge non di rado di un certo fanatismo. È piuttosto, come scrive l’autore della lettera a Tito, “l’attesa della beata speranza”, l’attesa cioè della venuta del Signore, un tema che percorre in particolare le due lettere di Paolo ai Tessalonicesi e che ritroviamo in ogni nostra Eucarestia. Il credente in Cristo vive così in una duplice dimensione: da un lato noi siamo profondamente radicati nella storia e in essa ci impegniamo, lottiamo, operiamo e amiamo per collaborare alla costruzione del regno di Dio. D’altra parte, il cristiano sa anche che il futuro è nelle mani del Signore e che l’intera nostra esistenza è proiettata verso un “oltre” che non dipende più da noi, ma che attendiamo con speranza (si veda anche la riflessione della terza settimana di Avvento). L’attesa, di cui l’Avvento è segno privilegiato, è così l’attitudine di chi non si scoraggia mai di fronte ai drammi spesso terribili della storia, ma ha imparato a leggerla alla luce della “manifestazione” (in greco: della “epifania”) del Signore Gesù. Una attesa dunque non di qualcosa, ma di qualcuno che in ogni tempo viene nella storia dell’umanità.
Don Luca Mazzinghi
PREGHIAMO
Santa Maria, Vergine dell’attesa, insegnaci la pazienza,
per sintonizzare i nostri cuori con i tempi lunghi dell’Avvento del Regno.
Aiutaci a fare nostro il senso dell’attesa del contadino dopo la semina,
del pescatore che ha calato le reti, della donna che ha messo il pane a lievitare,
della madre incinta che sente crescere il figlio nel grembo.
Che il nostro attendere sia, come il tuo,
un continuo esercizio di amore, concreto, quotidiano, costante, per accogliere il Signore che viene e certo non tarderà.
Amen.
Don Tonino Bello
UNA DOMANDA
Ci sono attese dense di ansia, di preoccupazioni, di aspettative; ci sono attese silenziose, colme di speranza e di abbandono fiducioso. Possono essere brevi o anche durare anni. Possiamo attendere cambiamenti, buone o cattive notizie, arrivi, partenze, tappe della vita… Tu cosa attendi? Per te, per la tua famiglia, per la Chiesa, per la famiglia umana?
UN SEGNO
Prepariamoci a celebrare il Natale facendo particolare attenzione ai nostri acquisti: nella scelta dei regali, per esempio, proviamo a prediligere prodotti di filiera corta o del commercio equo e solidale per sostenere progetti realizzati nel rispetto dell’ambiente e della persona.
UN FILM
Il figlio dell’altra (2012)
un film di Lorraine Lévy
UN PENSIERO
Avvento: tempo per attendere, perché qualcosa o qualcuno manca. Come i soldati romani detti desiderantes che attendevano vegliando sotto le stelle i compagni non ancora rientrati all’accampamento dopo la battaglia. Attendere è declinazione del verbo amare.
Avvento: tempo per desiderare e attendere quel Dio che viene, dice il Vangelo con una metafora spiazzante, “come un ladro”.
Che viene nel tempo delle stelle, in silenzio, senza rumore e clamore, senza apparenza, che non ruba niente e dona tutto.
Si accorgono di lui i desideranti, quelli che vegliano in punta di cuore, al lume delle stelle, quelli dagli occhi profondi e trasparenti che sanno vedere quanto dolore e quanto amore, quanto Dio c’è, incamminato nel mondo.
Anche Dio, fra le stelle, come un desiderante, accende la sua lucerna e attende che io mi incammini verso casa.
Don Ermes Maria Ronchi
AVVENTO DI FRATERNITÀ 2022
A SOSTEGNO DEI PIÙ PICCOLI
Protagonisti della speranza di un popolo
PROGETTO
Ristrutturazione dei 4 asili della Parrocchia Maria Regina dell’Africa di El Obeid, Kordofan (Sudan).
RESPONSABILE
Padre Alessandro Bedin missionario comboniano in Sudan e Parroco della Parrocchia Maria Regina dell’Africa a El Obei.
SITUAZIONE
Il Sudan, paese dalla storia antichissima, ha vissuto un lungo periodo di guerra civile (1956 -1975 e 1989 – 2011) che ha generato una situazione socio politica complessa, con la presenza di sfollati interni e profughi. Il paese vive un periodo di transizione politica, l’economia stenta a riprendere e la gente si arrangia come può.
I 4 asili sono luoghi di incontro tra cristiani e musulmani. Le attività educative e didattiche hanno lo scopo di preparare i bambini e le bambine alla scuola primaria. Essi sono un ponte di comunicazione tra la Chiesa e la società civile, sono il luogo dove si impara ad accogliere l’altro come un fratello da rispettare nella sua diversità, sono uno spazio di dialogo tra famiglie cristiane e musulmane che desiderano educare i propri figli nella libertà.
NECESSITÀ
Rifacimento dei bagni, Installazione taniche per acqua, Consolidamento mura e tettoie, Ristrutturazione ambienti per magazzino e dispensa, Acquisto di banchi e sedie, Acquisto materiale didattico
PER INFORMAZIONI E DONAZIONI:
Centro Missionario Diocesano p.zza S. Giovanni, 3
Tel. 0552763730 – missioni@diocesifirenze.it Iban IT 48 O 01030 02829 000000456010 causale “Avvento di fraternità”