«Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!» |
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Avvento2018 |
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1 Domenica2/12/2018 |
Avvento significa “venire accanto”, “farsi vicino”. È il tempo in cui tutto si fa più vicino: Dio all’uomo, l’altro a me, io al mio cuore, questo mio cuore appesantito da ansie, divisioni, dolori, ma anche desideroso di pienezza, di luce, di pace e unità. A questo mio cuore il Signore si avvicina, Lui eternamente incamminato verso di me, per suggerirmi che solo in Lui posso trovare la pienezza che cerco. Quando accadrà questo, Signore? Dove vedere i segni della Tua nascita? Come attendere la Tua venuta? Il quando è adesso, il dove è qui: per cogliere i segni del Signore che viene non possiamo evadere dal mondo, perché è il mondo che il Signore ha voluto abitare, dobbiamo respirare con il nostro quotidiano, camminare nella storia e nelle relazioni in cui siamo immersi, medicando le piaghe, curando i germogli. Ma come? È il Signore che ci risponde: vegliando. Vegliare significa vivere con attenzione, perché «la più grave epidemia moderna è la superficialità» (R. Panikkar). Vivere attenti al nostro cuore, prima di tutto, perché è la casa della vita, è la porta di Dio; attenti al cuore degli altri, piuttosto che alle loro azioni. Per vedere i miei segni, ci dice il Signore, dovete accettare di non lasciarvi vivere, essere vigili, andare nella profondità di voi stessi e leggere il vostro cuore, vegliare sul vostro sguardo sulla vita e sul mondo, perché il peccato più grande è non vedere la silenziosa opera di Dio nella realtà che ci circonda. Vegliate, dunque, ma come? Pregando… Perché “senza di Me non potete far nulla”. Vegliare non è una questione di impegno o di capacità, ma di abbandono a Me: tenete lo sguardo fisso su di Me, per poter rinascere dall’alto e rendere leggero ogni passo, innamorato ogni sguardo, pacifico ogni sorriso, puro ogni pensiero. Rendete preghiera la vostra stessa vita, ogni vostra relazione e dimensione, tutto vivete alla mia Luce e tutto acquisterà la pienezza a cui da sempre vi ho chiamato. In questo tempo che ci prepara al Natale riscopriamo la bellezza di vivere le nostre giornate come occasione di preghiera, ritagliamoci un momento nel quale volgere lo sguardo a Dio per ricevere da Lui il dono di guardare con i Suoi occhi, innamorati e misericordiosi, il nostro cuore e la realtà che ci circonda. |
Durate la settimana mi impegno a soffermarmi in preghiera e a portare nel cestino posto al centro della chiesa una preghiera scritta da me.
il Racconto |
Una volta il semaforo che sta a Milano, in piazza del Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi. “Attraversiamo o non attraversiamo? Stiamo o non stiamo?” Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il semaforo diffondeva l’insolito segnale blu, di un blu che così blu il cielo di Milano non era stato mai. In attesa di capirci qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi gridavano: “Lei non sa chi sono io!” Gli spiritosi lanciavano frizzi: “Il verde se lo sarà mangiato il commendatore, per farci una villetta in campagna. Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini. Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l’olio d’oliva.” Finalmente arrivò un vigile e si mise in mezzo all’incrocio a districare il traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il guasto, e tolse la corrente. Prima di spegnersi il semaforo blu fece in tempo a pensare: “Poveretti! Io avevo dato il segnale di – via libera – per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma forse gli è mancato il coraggio.” di Gianni Rodari |
Gli uomini sono abituati, come gli automobilisti, a vivere con la testa china sul volante, badando alla strada, ciascuno chiuso nella sua scatola di ferro, preoccupati del lavoro, del denaro, delle mille “grane” quotidiane. L’Avvento è come il semaforo blu. È qualcosa che ti dice: “Fermati! Stai buttando via un tesoro! Non c’è solo la terra! Guarda su! C’è anche il cielo!” Ma è una voce esile e molti, spesso, la ignorano… di don Bruno Ferrero |