Pregare Nuovo Messale Romano

Pregare con le stesse parole e gli stessi gesti 2/8

Dopo una lunga attesa domenica 29 novembre 2020 (Prima di Avvento) sarà introdotto l’utilizzo del nuovo Messale, il libro liturgico che sta sull’altare e che guida le nostre celebrazioni Eucaristiche.
Ciò comporterà alcune piccole novità nelle preghiere che siamo consueti recitare nelle celebrazioni, tra tutte spiccherà il cambio di alcune parole nella Preghiera del Padre Nostro. Ogni domenica nelle prossime settimane pubblicheremo una piccola catechesi che ci aiuterà a prepararci a questa novità.

don Simone


Indicazioni formative sulla celebrazione eucaristica e sulla nuova traduzione del Messale Romano

Domenica 11 Ottobre

XXVIII del Tempo Ordinario

Pregare con le stesse parole e gli stessi gesti

Come abbiamo ricordato domenica scorsa la celebrazione eucaristica è una preghiera liturgica e come tale ha una dimensione ecclesiale (è sempre preghiera “della Chiesa” e “per la Chiesa”), trinitaria (come membra del corpo di Cristo preghiamo con Lui, nostro capo, il Padre nella grazia dello Spirito Santo), memoriale (ci permette di rivivere qui e adesso il mistero pasquale di Gesù) e rituale (si compie attraverso gesti, segni, parole, azioni, movimenti, colori…). Per sottolineare queste caratteristiche e viverle in maniera appropriata è fondamentale che tale preghiera avvenga secondo quanto indicato nel libro liturgico – nel caso della celebrazione eucaristica: il Messale – ed è per questo che ci prepariamo ad accogliere e conoscere questa nuova traduzione italiana che sarà adottata in tutte le chiese della Toscana a partire dalla prima domenica di Avvento.

Proprio perché la Messa è una celebrazione liturgica, per valorizzare la sua dimensione ecclesiale e rituale è molto importante pregare insieme con le stesse parole e gli stessi gesti.

Già poter arrivare un po’ prima dell’inizio ci aiuterebbe ad entrare in un clima di raccoglimento e ci permetterebbe di iniziare tutti insieme la celebrazione con il canto iniziale.

A cominciare dal canto, la celebrazione ci richiede coinvolgimento e partecipazione, non possiamo assistere come spettatori passivi o disinteressati: anche se stonato, magari con voce un po’ più dimessa, è importante che ognuno canti e si sforzi di recitare insieme agli altri i testi di preghiera, le risposte e le acclamazioni.  Ed è importante anche che si cerchi di rispettare lo stesso tempo e lo stesso ritmo degli altri: il pregare insieme ci chiede l’ascolto di chi mi sta accanto e soprattutto l’umiltà di non emergere proprio per valorizzare la preghiera comunitaria – ci stiamo rivolgendo al Padre come corpo mistico di Cristo, come Una Comunità orante!

Talvolta si pensa che può andar bene anche cantare o recitare interiormente le preghiere, come il Gloria, il Credo o il Padre nostro, come tutti gli altri interventi della celebrazione, quasi per sottolineare una dimensione interiore e confidenziale con il Signore; ma se questo può essere giusto per la preghiera personale, non lo è di certo per la preghiera liturgica che ci chiede, per la sua stessa natura ecclesiale e comunitaria, di pregare insieme, con le stesse parole e le stesse modalità.

E’ importante assumere anche gli stessi gesti: non è un caso che insieme ci alziamo in piedi, ci mettiamo a sedere o ci mettiamo in ginocchio, proprio per esprimere l’unità della preghiera ecclesiale. Vedremo da domenica prossima le singole parti della celebrazione eucaristica secondo le indicazioni del Messale e cercheremo di riscoprire l’importanza del nostro celebrare insieme la Pasqua del Signore.


A questo link puoi scaricare la versione stampabile.

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