Anonimo

Dire-male e’ il contrario di benedire

Il testo che segue, ci è pervenuto da un nostro parrocchiano, che vogliamo mantenere anonimo. Volentieri lo pubblichiamo.


Bene-dire, per un cristiano è una pratica essenziale.
Chi parla male, calunnia, emette giudizi malevoli e taglienti, non agisce certo in modo positivo, anzi dimostra che forse è vittima di un profondo malessere esistenziale.
Dovremmo, sempre, cercare il bello nelle cose e nelle persone.
Invece cercare la magagna, lo sbaglio è per noi umani lo sport preferito. In ogni ambito, in ogni situazione ci ergiamo a giudici spietati. Giudichiamo la società, la politica, la religione, il comportamento degli altri, convinti che solo noi siamo nel giusto. E’ un dovere interessarci del bene comune, questo è certo, ma va fatto con serietà e competenza.

Anche nella nostra comunità ci sono “cristiani” che giudicano ogni piccola azione: la Messa è iniziata due minuti più tardi dell’orario… l’omelia è durata diciotto minuti anziché quindici, i ministri della Comunione si sono mossi in ritardo, il parroco non è abbastanza sorridente… In chiesa sono sempre a chiedere soldi… (come se il gas o le varie utenze ce le regalassero), e non fosse un dovere e un piacere mantenere la nostra “casa”. Quella casa in cui abbiamo vissuto tutti i momenti importanti della nostra vita, e che ogni domenica ci accoglie per farci incontrare con il Signore.
Sono queste le cose che contano? Una comunità è “comunità vera” se prega insieme, se si riunisce nel nome del Signore, se ascolta la Parola… senza guardare l’orologio se l’omelia dura due minuti di più.
Dovremmo essere grati a chi lavora seriamente, in comunità e imparare a dire “grazie”. Spesso non lo sappiamo fare perché chiusi in noi stessi o troppo impegnati a criticare.

Se ci riteniamo cristiani, perché non ci mettiamo il grembiule e iniziamo a servirci a vicenda, come il Signore ci ha insegnato? Solo così una comunità cresce.
Allora, grazie a chi pulisce la chiesa ogni settimana, chi con dedizione ammirevole tiene in ordine la cripta, chi fa il giornalino, chi, con tanto amore insegna il catechismo ai nostri figli, o prepara gli adulti alla Cresima, al Matrimonio o al Battesimo dei loro piccoli.
Grazie a chi si occupa dei problemi economici, al Consiglio Pastorale, a chi gestisce la Caritas, distribuendo indumenti e alimenti, al Centro di ascolto che aiuta chi cerca lavoro o una parola di conforto. Grazie a chi legge alla Messa. A chi canta, chi mette i fiori e cura gli addobbi.
Soprattutto grazie ai nostri sacerdoti che con amore portano avanti i molti impegni che a loro competono.
Allora, o ci mettiamo il grembiule o smettiamo di criticare.
E’ giusto parlare, consigliare, esporre le nostre opinioni da laici, (lo dice anche il Papa) ma facciamolo per cose serie e costruttive. E preghiamo per la nostra comunità.


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