È stato quasi impossibile non farsi contagiare dal clima di gioia e di entusiasmo che ha accompagnato il ritrovo del pullman numero 6 della diocesi di Firenze in partenza per Cracovia GMG 2016.
Cinquantacinque ragazzi dei quasi 500 che compongono la rappresentanza di Firenze provenienti dalle parrocchie della zona di Novoli.
I gruppi provenienti dalle diverse parrocchie inizialmente distinti si sono subito fusi, appena è arrivato il pullman si è iniziato a caricare i bagagli e alle 18 l’avventura è iniziata.
In queste ora giovani da tutto il mondo stanno convergendo a Cracovia… i dati riportano la previsione di 1,5 milioni di giovani di cui centomila italiani… una cifra impressionante.
La Polonia si troverà ad ospitare questo incontro di giovani di tutte le nazioni.
I giovani percorreranno il territorio che è stato scenario di alcune tra le più terribili pagine della storia recente dell’umanità e che diventerà luogo di speranza e dove i giovani manifesteranno il desiderio di pace e novità.
Un desiderio che i giovani esprimono con il loro entusiasmo e la volontà di costruire sempre rapporti nuovi oltre ogni paura e schematismo.
I giovani “sono come le rondini: sentono il tempo, sentono le stagioni” sosteneva il nostro “Sindaco Santo” Giorgio La Pira nel Febbraio 1964 parlando a Firenze alla Conferenza Internazionale della Gioventù per la Pace.
In questo momento 4 milioni di “rondini” stanno migrando verso il centro dell’Europa.
Stanno migrando verso il cuore di questa Europa un po’ incartapecorita e “anziana”.
Questa Europa che ha bisogno di ritrovare sentimenti di unità comuni che vadano oltre meri meccanismi economici e legislativi.
Questa Europa che ha bisogno di riscoprire la sua antica vocazione di tolleranza e accoglienza.
Tolleranza e accoglienza che deve vivere al suo interno verso chi è debole e indifeso ancor prima di attuarla verso chi proviene da lontano fuggendo da guerre e violenza.
Le rondini tornano sempre a casa.
Ogni anno la loro lunga migrazione, in maniera quasi misteriosa, prende il via dagli stessi luoghi e le porta a “fare il nido” nello stesso posto. Anno dopo anno.
Ci auguriamo che i nostro giovani imparino bene questo meccanismo migratorio.
Che tornino felici a casa consapevoli che quella “casa” è ancora più “casa” perché ha conosciuto la “casa” di altri, sperimentandone i desideri e le fatiche e riconoscendole come i propri desideri e le proprie fatiche.
In questi giorni cercheremo di dare traccia dell’esperienza dei ragazzi della nostra parrocchia li seguiremo con la preghiera e ci sentiremo assieme a loro in mezzo a quella folla di 4 milioni di giovani… sicuri che il Signore accompagnerà ognuno di loro e parlerà con forza al loro cuore.
Dio vi accompagni con la sua benedizione!
don Simone