Duello fra Maga Magò e Merlino di Disney

Un Natale di vera Umanità

Sabato 19 Dicembre viene distribuito un’edizione speciale natalizia del Giornalino Parrocchiale “In Cammino” (scaricabile a questo link: Dicembre 2020 Anno XXXIV Numero 4).

In questo numero:

  • Un Natale di vera Umanità
  • In ogni gesto d’amore nasce Gesù
  • Facciamo silenzio
  • Papa Francesco dice

Di seguito l’articolo d’apertura:

Il ricordo di un cartone animato di quando ero piccolo mi è tornato spesso alla mente in questo periodo di pandemia.

Il duello magico tra Mago Merlino e Maga Magò nel film La spada nella Roccia di Walt Disney (1963).

Maga Magò versus Merlino

Il “duello”, in realtà molto lontano dal ricordare le sfide armate, vede scontrarsi in maniera memorabile i due simpatici personaggi. Merlino, mago saggio, paziente e razionale dalla lunga barba bianca, e una divertentissima Maga Magò, rissosa, iraconda e impulsiva.

Sicuramente ricordate come finisce il mitico duello. Dopo un inizio basato sulla forza bruta e la trasformazione dei personaggi in animali di dimensioni sempre più grandi e più feroci Maga Magò, violando una regola del combattimento, si tramuta in un enorme drago viola che afferra ben stretto tra le enormi zampe Merlino, che si era traformato in un piccolo topolino per poter sfuggire meglio alle insidie della Maga. A questo punto pare proprio che Maga Magò abbia vinto il duello.

Ma… sorpresa! Il drago viola / Maga Magò apre le mani ed il topolino / Merlino non sembra esserci più!

E invece Merlino c’è ancora! Solo che si è trasformato nel germe di una rarissima malattia dei draghi: la Malacliptonopterosis che stende ko il drago e porta alla vittoria Merlino

La forza “bruta” viene sconfitta in maniera imprevedibile da un nemico invisibile.

Maga Magò

In questi mesi ho avuto spesso la tentazione di usare questa divertente pagina di cinematografia come metafora per rileggere quello che sta accadendo al nostro mondo.

Effettivamente la deriva del nostro vivere negli ultimi anni ha visto nel mondo sempre più imporsi la forza “bruta” in ogni angolo della vita sociale. Nelle relazioni, nella comunicazione, nei meccanismi economici. Una specie di grande illusione di massa che ha come anestetizzato la sensibilità verso la realtà delle cose più vere e umanamente più autentiche a favore di un mondo dove la verità pare stia dalla parte di chi grida di più, di chi “la spara più grossa”, di chi ha da citare come ragione qualche ipotetico “scandalo inammissibile”.

Tutto questo, che accadeva già ampiamente in tempi pre-covid, ha trovato amplificazione in questi tempi difficili, in cui in tanti – purtroppo – si trovano a fare i conti con le difficoltà economiche, il dolore, la sofferenza, le malattie, la morte.

Mi sembra ovvio, anzi assolutamente necessario, riuscire a trovare una via d’uscita da questo modo viziato e inumano di vivere le relazioni e la socialità che sta strangolando il nostro mondo.

In questo ci può venire in aiuto l’immagine del cartoon che ho citato all’inizio.

Noi siamo messi alla prova da un virus; Merlino invece trova la vittoria per mezzo di un germe. Ma c’è un aspetto della vittoria di Merlino che ci è di esempio e che ci indica una via di uscita.

Merlino “vince” perché usa l’intelletto, ragiona, pensa.

Sconfigge una Maga Magò dalle reazioni “muscolari”, “di forza” per niente ragionate. Merlino trova la vittoria ragionando.

È questo che, a mio parete, dobbiamo fare in questo Natale 2020 così strano e inedito.

Fermarci a ragionare. Cercare di comprendere, di capire la realtà al di là e al di sopra dei ragionamenti “di pancia” che spesso ci coivolgono e che, anche per me, sono una terribile tentazione.

Siamo messi al confronto con difficoltà inedite, con rinunzie che ci paiono quasi impronunciabili, con situazioni che mai ci saremmo immaginati.

Davanti a tutto questo non possiamo pensare di poter trovare una soluzione semplicemente facendo la prima cosa che ci viene in mente. La nostra mente, la capacità di ragionare e di riflettere è un dono di Dio e fa parte pienamente della nostra umanità! Anzi, direi che partecipa pienamente a qualificarla!

Ogni anno in occasione del Natale sentiamo la parola “incarnazione”. È un termine teologico che sta al centro della nostra fede.

Gesù prende la nostra carne. Tutto quello che è umano partecipa del divino e l’umanità viene divinizzata. Anche la ragione, l’intelletto diventano parte del divino. Non possiamo quindi pensare di poter vivere una fede da Cristiani che, in forza di non so quale atto fideistico, ci imponga di mettere da parte la nostra razionalità!

Anche Gesù più volte ha fatto riferimento al saper leggere la realtà in maniera ragionevole e razionale come elemento indispensabile per vivere la fede (Lc 14, 28 – Mt 16, 2-3), non possiamo sottrarci dal farlo.

In questi momenti difficili dobbiamo quindi fare appello alla nostra Fede nella certezza che il Signore ci sta accanto e accompagna queste vie impervie della storia. Ma dobbiamo anche fare forte appello alla nostra umanità, in tutte le sue sfaccettature, perché davanti alle difficoltà non corriamo il rischio di perdere questa dimensione che il Signore Gesù ha voluto assumere ed elevare.

La Nascita di Cristo che adoriamo in un bambino in questi giorni fa spesso riflettere sul fatto che in quel bambino possiamo vedere ogni uomo mai esistito e che mai esisterà, di ogni razza, lingua, popolo e nazione. Un criterio di uguaglianza e fratellanza fra i popoli che non ha eguali.

Il virus che sta affliggendo l’umanità per certi versi ci porta alla stessa riflessione: è terribilmente “democratico”; non guarda in faccia alla razza, al censo, alla nazionalità o alla religione. Felicissima l’espressione che Papa Francesco ha usato il 27 marzo scorso parlando a una Piazza San Pietro deserta: “Siamo tutti sulla stessa barca”. Più che mai nella storia recente, abbiamo la possibilità di renderci conto, come umanità intera, che da questa terribile pandemia potremo uscirne solo crescendo nella consapevolezza di una fratellanza che unisce ogni essere umano.

Quindi un Natale strano e inconsueto questo che ci sta aspettando.

Un Natale che vedrà tavoli più vuoti e meno incontri e saluti.

Voglio invitarvi a viverlo nell’essenzialità, nella preghiera e nella consapevolezza che tanti tavoli saranno meno affollati perché in tanti non ci sono più.

disegno di Giampiero Puliti

Tanti tavoli saranno meno affollati perché molti saranno impegnati ad affrontare l’emergenza in prima linea. Penso a chi garantisce i servizi nella sanità, nelle aree essenziali che permettono che possiamo mangiare, riscaldarci, illuminare le nostre notti, comunicare rimanendo al sicuro nelle nostre case.

Sono i volti di tanti Eroi che in maniera silenziosa hanno fatto quello che era necessario perché semplicemente era quello che andava fatto.

Poterci incontrare meno di persona ci faccia riflettere sul valore dell’altro, dell’incontrarci e dell’accogliere il prossimo così come egli è: come un dono di Dio unico e irripetibile.

Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!

Papa Francesco, Fratelli Tutti, 8

E che ognuno di noi possa un po’, come Mago Merlino nel cartoon, essere saggio e riflessivo in modo da sfruttare il Covid, bruttissimo nemico comune, per intessere una vittoria di umanità!

Buon Natale!


don Simone

Merlino

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