Mani di Bimbi

Sogno una Chiesa…

Sabato 7 Aprile viene distribuito il numero di Aprile del Giornalino Parrocchiale “In Cammino” (scaricabile a questo link: Aprile 2018 Anno XXXII Numero 4).

In questo numero:

  • Sogno una Chiesa…
  • Sassi rotalati via…
  • Facciamo Silenzio

Di seguito l’articolo di apertura:

Sogno una Chiesa…

Sono queste le parole che hanno guidato la riflessione condivisa lo scorso 11 aprile nella “Giornata Parrocchiale”.

Sto rileggendo i contributi arrivati dai 15 gruppi che si sono formati dopo la messa delle 10:00 (quasi 200 persone, una partecipazione oltre ogni aspettativa!).

Contributi sinceri e veri, per certi versi coraggiosi, che sono espressione di un desiderio di amare la Chiesa che si incarna nella quotidianità di tanti che vogliono aderire con forza alla Verità del messaggio di Salvezza che il Signore Gesù ci ha donato e affidato.

disegno di Giampiero Puliti

Ci stiamo avvicinando alla elezione del nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale, un organismo importante per ogni Parrocchia.

Il Consiglio ha l’importante compito di affiancare il Parroco nella guida della Pastorale Parrocchiale, nella decisione dei “passi concreti” che la comunità deve porsi davanti per percorrere il suo cammino di fedeltà a Gesù e alla Chiesa.

Non si tratta di compiere rivoluzioni, ma di camminare insieme. Il “camminare insieme” espressione della comunione in Cristo è già una rivoluzione in se stesso!

Più avanti nel giornalino trovate i nominativi delle persone che si sono offerte di candidarsi per l’elezione del nuovo Consiglio. Al seguente link potete trovare il fac simile della scheda elettorale coi nomi e le foto dei candidati.

La votazione di svolgerà sabato 21 e domenica 22 aprile al termine di tutte le Messe.

Esprimere il proprio voto è un modo per partecipare responsabilmente al cammino della comunità.

Desidero condividere con voi le prime, acerbe, considerazioni che mi vengono leggendo i contributi della Giornata Parrocchiale. Il materiale che ne è scaturito sarà oggetto di un percorso che continueremo assieme.

 

Cambiamento di epoca

Così Papa Francesco nel novembre 2015 durante il discorso tenuto nella nostra basilica di S. Maria del Fiore ha definito i nostri tempi. Dobbiamo vivere con la consapevolezza che non stiamo vivendo un momento di cambiamento della storia ma che in questo momento stiamo traghettandoci in una nuova epoca. Non si tratta di comprendere se l’epoca che sta arrivando sia migliore o peggiore. Dobbiamo comprenderla, viverla ed immergerci in essa portandovi la forza del Vangelo. È una indicazione precisa che ci consegna Gesù come leggiamo nel vangelo di Matteo:

Gesù rispose loro: «Quando si fa sera, voi dite: “Bel tempo, perché il cielo rosseggia”; e al mattino: “Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo”. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi?» (Mt 16,2-3).

 

“Si è sempre fatto così”

In uno dei passi più luminosi della Evangelii Gaudium, Papa Francesco scrive:

«La pastorale […] esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”» (EG 33).

Molte delle suggestioni che provengono dalla nostra Giornata Parrocchiale indicano o auspicano strade nuove per la nostra presenza di cristiani nel mondo. Occorre quindi che sacrifichiamo un po’ delle energie impiegate nel “consueto” per investire le nostre forze nelle “novità”.

Questo significa abbandonare le acque tranquille della consuetudine e dell’abitudine in cui siamo abituati a navigare. Significa fare lo sforzo di inventare, sperimentare e poi verificare strade nuove. Non è facile, le nostre comunità sono abituate a modalità ormai assodate e, come in ogni situazione umana, il cambiamento è spesso vissuto con sospetto e viene accettato con difficoltà. Ma dobbiamo partire dalla convinzione che dobbiamo costruire la Comunità del futuro: una casa forse un po’ “scalcinata” ma accogliente e costruita con il Vangelo. Non possiamo continuare a mantenere in piedi meravigliosi palazzi che però nessuno non è più capace di abitare. Questo non significa perdere la memoria del passato: proprio perché facciamo memoria di chi prima di noi ha testimoniato con efficacia il Vangelo sentiamo il bisogno di trovare queste nuove strade!

 

La Parrocchia siamo noi, anzi sono “io”!

Papa Francesco nella Evangelli Gaudium scrive:

«La parrocchia non è una struttura caduca; proprio perché ha una grande plasticità, può assumere forme molto diverse che richiedono la docilità e la creatività missionaria del pastore e della comunità. […] Se è capace di riformarsi e adattarsi costantemente, continuerà ad essere “la Chiesa stessa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie”. Questo suppone che realmente stia in contatto con le famiglie e con la vita del popolo e non diventi una struttura prolissa separata dalla gente o un gruppo di eletti che guardano a se stessi» (EG 28).

Dobbiamo riscoprire assieme come la comunità ha bisogno del contributo di ognuno di noi. Non è più pensabile che la presenza della Parrocchia sul territorio sia “delegata” al Parroco e a pochi “addetti ai lavori”. L’epoca di cambiamento che stiamo vivendo ci obbliga anche a percorrere con convinzione questa strada. Anche i cambiamenti oggettivi della situazione della nostra Diocesi ci interpellano in merito. Pochi giorni fa il nostro Arcivescovo Giuseppe tracciando un bilancio dei 10 anni trascorsi dal suo arrivo a Firenze ha affermato che una delle cose che vive con maggior dolore è che:

“consegnerò al mio successore una Diocesi con più di un terzo di preti in meno rispetto a quando sono arrivato”.

Arrivato nel 2007 il suo mandato si dovrebbe compiere al raggiungimento del 75° anno di età, nel 2022. In dieci anni il numero dei preti si è ridotto di un terzo e nel 2030 i preti saranno meno della metà del numero attuale.

Si potrebbe pensare che il 2030 è lontano ma se vogliamo come comunità cristiana continuare a far vivere il Vangelo nelle nostre città dobbiamo prendere atto di un necessario e inevitabile cambiamento di ruolo dei laici all’interno delle nostre comunità.

Il futuro vedrà sicuramente comunità in cui il ruolo del Sacerdote sarà sempre più dedicato a ciò che gli è proprio: la celebrazione dei Sacramenti e la presidenza dell’Eucarestia e la guida della comunità.

La catechesi, la carità e gli altri aspetti della nostra pastorale dovranno essere sempre di più oggetto dell’azione della comunità tutta intera. Di ogni laico, di ogni battezzato.

La parrocchia siamo noi, anzi sono “io”! Il contributo di ognuno è importante affinché la presenza del Vangelo sia presente nelle strade del nostro quartiere.

Accogliamo quindi l’invito di Papa Francesco:

«Ogni cristiano e ogni comunità discernerà quale sia il cammino che il Signore chiede, però tutti siamo invitati ad accettare questa chiamata: uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo» (EG 20).

 

Sarà compito del Consiglio Pastorale Parrocchiale individuare il “primo piccolo passo possibile” da fare per iniziare insieme questo cammino.

 

don Simone

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