Orante ai piedi del Crocifisso di Giampiero Puliti

… con addosso le mani di tutti…

Venerdì 6 Gennaio (Epifania del Signore) viene distribuito il numero di Gennaio del Giornalino Parrocchiale “In Cammino” (scaricabile a questo link: Gennaio 2017 Anno XXXI Numero 1).

In questo numero:

  • …con addosso le mani di tutti…
  • La visita alle famiglie: una tradizione da… “innovare”
  • Facciamo Silenzio
  • La Caritas Parrocchiale ringrazia!!!

Di seguito l’articolo di apertura:

… con addosso le mani di tutti…

disegno di Giampiero Puliti

Durante le festività Natalizie abbiamo avuto modo di poter apprezzare il nostro bel crocifisso posto nella sua nova collocazione.

Per arrivarci è stato necessario un percorso un po’ lungo e per certi versi accidentato. Abbiamo promosso la lotteria per finanziarne il restauro nel gennaio 2015, le complicate procedure autorizzative intessute con la Soprintendenza, di cui avete letto su queste pagine, hanno fatto in modo che il restauro prendesse il via solo nel settembre 2016.

Il desiderio era quello di riuscire a ricollocare in sede il crocifisso entro Natale e grazie alla buona volontà e all’aiuto di tanti ci siamo riusciti. Adesso rimane da finire di “addirizzare” la croce con alcuni tiranti e sistemare una adeguata illuminazione, ma il grosso del lavoro è fatto.

Come sapete il sopralluogo della scorsa primavera che ha preceduto il restauro ha confermato un sospetto che tutti avevano da tempo: negli anni i danni maggiori al crocifisso sono stati causati dalla sua collocazione. È quindi parso subito evidente che non sarebbe stato possibile ricollocare il crocifisso nello stesso posto.

Fin da subito si è presentate come la soluzione più ovvia (e interessante) quella di “attaccare” il crocifisso in posizione sospesa sopra l’altare.

In questi mesi di restauro del crocifisso man mano che se ne scoprivano i “segreti” e mentre osservavo le mani forti che lo hanno spostato, le mani delicate e sapienti che lo hanno curato, gli occhi lucidi di tanti parrocchiani che hanno potuto ammirarlo e apprezzarlo da vicino, lo sguardo curioso dei bambini impressionati da una scultura così grande e dai tratti così espressivi, sono nate nella mia testa diverse riflessioni.

Un mistero che ci viene consegnato

Come sapete il crocifisso è arrivato nella nostra chiesa nel 1987. Proviene da un deposito che raccoglieva le opere d’arte danneggiate dall’alluvione del 1966. Per desiderio di don Marinetto e grazie all’opera costante e capace di Vincenzo Migliore dopo un importante restauro (finanziato dallo stato! – era un’altra epoca) il crocifisso giunse nella nostra chiesa.

Nessuno ha mai saputo dove si trovasse al momento dell’alluvione. I documenti di consegna lo definiscono “crocifisso di scuola Toscana in legno policromo di provenienza ignota”. Anche In occasione del restauro è stato tentato di identificarne in maniera più precisa l’origine senza tiuscire a trovare nessuna traccia. Nessuno sa dove abbia passato i primi 5 secoli di vita. Se sia stato in una chiesa parrocchiale, in una cappella privata o in un oratorio prima di essere travolto dalle acque dell’alluvione e poi portato da mani ignote presso il deposito delle opere alluvionate.

Qualche studioso, nell’esaminarne lo stile e le fattezze, ha addirittura ipotizzato una origine “toscana” ma non propriamente fiorentina, forse “aretina”… nel Valdarno… chissà è possibile anche là l’alluvione fece grandi danni…

Un mistero l’origine del crocifisso come è un mistero la nostra fede, che ci è stata consegnata, testimoniata e insegnata dai nostri nonni che la hanno ricevuta a loro volta dai loro nonni. Chissà quali sono stati gli occhi che si sono alzati in preghiera verso il nostro crocifisso prima che arrivasse da noi e diventasse il punto focale dello sguardo dei fedeli che entrano nella nostra chiesa. Gli occhi di una facoltosa famiglia nella propria cappella privata? Gli occhi di gente semplice che andava all’alba in parrocchia alla messa al mattino prima di dedicarsi al lavoro dei campi? Gli occhi di una comunità religiosa nella cappella del convento? Quanti hanno pregato davanti al nostro crocifisso travolti da un dolore che ha devastato la loro esistenza? Grati per un dono ricevuto da Dio? Insistenti nel chiedere una grazia? Delusi e feriti per un male ricevuto? Rapiti dal mistero di amore e dono che il Crocifisso rappresenta?

È un mistero di unità nella fede con tutti coloro che la hanno vissuta e testimoniata prima di noi e che attraversa la storia di 5 secoli… un mistero che ci viene consegnato…

Tanti pezzi…

Una delle scoperte che sono state fatte durante il restauro è che il crocifisso è fatto di tanti pezzi diversi. Era naturale, nella realizzazione, che il Cristo venisse ricavato da un tronco unico a cui venivano “attaccate” le braccia e la testa.

Ma ad un esame attento è stato rivelato che nei secoli tanti pezzi del crocifisso (addirittura un braccio intero, parte della testa e dell’altra mano e di un piede) sono stati sostituiti: non sono quelli originali. Probabilmente perché ci sono stati danneggiamenti che nell’antichità venivano poi spesso risolti in maniera sommaria sostituendo direttamente intere parti.

Quel crocifisso che noi vediamo rappresentare in maniera così salda e granitica la nostra fede è fatto di tanti “pezzi” diversi. Ci mostra come la Chiesa sia il frutto del desiderio dello stare insieme da parte di tanti “pezzi” con origine anche profondamente diversa ma che danno una immagine pienamente armonica e rappresentano la saldezza e l’unità nella fede.

Con addosso le mani di tutti..

Se tante sono state le aggiunte nella struttura forse di più sono stati gli interventi sulla colorazione policroma del Cristo. Le mani sapienti delle restauratrici hanno potuto mettere in mostra in alcuni punti tre (se non forse addirittura quatto) strati diversi di colore appartenenti ad epoche diverse.

Verrebbe da interpretare tutto questo come una diminuzione nella autenticità dell’opera. A mio parere invece il significato può essere diverso e molto affasciante.

Il Cristo che preghiamo, la fede che viviamo, è il risultato della fede di tutti coloro che prima di noi hanno “messo le mani” della loro preghiera su questo Cristo. Un Cristo che ancor oggi si fa “toccare” da tutti, si dona a tutti. Qualsiasi intenzione si abbia nel volerlo toccare, finanche fosse una intenzione poco chiara o addirittura blasfema. Il Cristo è li, deposto sulla croce, per l’eternità. Inerme segno universale e totale di dono… con addosso le mani di tutti.

 

I quasi tre mesi durante i quali il crocifisso è stato oggetto del restauro hanno sicuramente “sconvolto” un po’ la disposizione del nostro presbiterio ma spero abbiano “sconvolto” un po’ anche la vostra vita come lo è stato per me.

Doveroso ringraziare tutti coloro che hanno fatto in modo che questa piccola (grande) operazione iniziasse e avesse temine. Innanzitutto ognuno di coloro che hanno comprato i biglietti della lotteria promossa per finanziare il restauro. La Soprintendenza BAPSAE di Firenze con tutte i funzionari e i delegati coinvolti. Le restauratrici Francesca e Martina che con mani sapienti e garbate hanno curato il restauro e pazientemente si sono prestate alle spiegazioni di chi passava di chiesa. Sicuramente in tanti hanno invidiato le loro mani che hanno potuto “curare” e “guarire” il nostro Gesù. Leonardo il nostro parrocchiano ingegnere civile che ha con passione e entusiasmo ha dapprima tentato di “capire” come è fatto il tetto della nostra chiesa e poi ha ideato la soluzione di sospensione che abbiamo utilizzato. Gli artigiani che anno montato i sostegni e gli alti ponteggi necessari per poterli installare, chi ha imbiancato e verniciato… è sempre bello vedere (non è la prima volta che mi capita) come un lavoro in chiesa venga svolto con una attenzione a un amore particolari. Il gruppo “Luciano” che con fedele ed efficiente puntualità si è reso disponibile per i lavori di manovalanza e facchinaggio necessari.

Sicuramente don Rodolfo Marinetto e Vicenzo Migliore da una qualche balconata del Paradiso hanno assistito, spettatori divertiti e compiaciuti, a tutta questa operazione e con grande soddisfazione avrebbero desiderato raccontarci (adesso sicuramente loro la conoscono esattamente e nella Verità) la storia di questo Cristo tanto bello quanto indeterminabile nelle origini.

Questa storia si è conclusa il 15 dicembre 2016 esattamente 29 anni e 3 giorni dopo il 12 dicembre 1987, giorno in cui il nostro misterioso Crocifisso è entrato grazie alla loro opera nella nostra chiesa.

dS

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