«Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!» |
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Avvento2018 |
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2 Domenica9/12/2018 |
Quante volte anche noi, come Giovanni, abbiamo fatto esperienza di deserto: il deserto del sempre uguale, il deserto della solitudine, dello sconforto, della paura, dell’inadeguatezza o del dolore… Eppure. Eppure è lì che la parola di Dio ci tocca. È nella nostra piccolezza, nel nostro errare lontano, che Dio ci viene incontro, ci guarda innamorato e benedice noi e tutta la nostra storia. Perché “quanto l’uomo vale davanti a Dio, tanto vale e non di più” (S. Francesco, Amm XIX). Solo chi ha incontrato questo Dio di misericordia diventa capace di guardare alla verità di sé, di riconoscersi peccatore e scoprire allora con stupore, di essere già stato perdonato. Perché Dio si è fatto uomo per abitare anche la nostra fragilità, i nostri angoli più bui e inondarli di luce, trasformarli da limiti in possibilità. Questa è la salvezza! Ed è per ogni uomo! Le nostre vie più tortuose si fanno dritte, i nostri monti più alti si abbassano, il nostro errare diventa cammino. |
In queste settimane prima di Natale, torniamo a sperimentare il perdono
di Dio, torniamo in quell’abbraccio di Babbo
che ci fa aprire a uno stupore e a una gratitudine totali.
Celebrazioni Comunitarie del Sacramento della Riconciliazione
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il Racconto |
Intorno alla stazione principale di una grande città, si dava appuntamento, ogni giorno e ogni notte, una folla di relitti umani: barboni, ladruncoli, marocchini e giovani drogati. Di tutti i tipi e di tutti i colori. Si vedeva bene che erano infelici e disperati. Barbe lunghe, occhi cisposi, mani tremanti, stracci, sporcizia. Più che di soldi, avevano tutti bisogno di un po’ di consolazione e di coraggio per vivere; ma queste cose oggi non le sa dare quasi più nessuno. Colpiva, tra tutti, un giovane, sporco e con i capelli lunghi e trascurati, che si aggirava in mezzo agli altri poveri naufraghi della città come se avesse una sua personale zattera di salvezza. Quando le cose gli sembravano proprio andare male, nei momenti di solitudine e di angoscia più nera, il giovane estraeva dalla sua tasca un bigliettino unto e stropicciato e lo leggeva. Poi lo ripiegava accuratamente e lo rimetteva in tasca. Qualche volta lo baciava, se lo appoggiava al cuore o alla fronte. La lettura del bigliettino faceva effetto subito. Il giovane sembrava riconfortato, raddrizzava le spalle, riprendeva coraggio. Che cosa c’era scritto su quel misterioso biglietto? Otto piccole parole soltanto: “La porta piccola del giardino è sempre aperta”. Tutto qui. Era un biglietto che gli aveva mandato suo padre. Significava che era stato perdonato e in qualunque momento avrebbe potuto tornare a casa. E una notte lo fece. Trovò la porta piccola del giardino di casa aperta. Salì le scale in silenzio e si infilò nel suo letto. Il mattino dopo, quando si svegliò, accanto al letto, c’era suo padre. In silenzio, si abbracciarono. |
Il biglietto misterioso spiega che c’è sempre una piccola porta aperta per l’uomo. Può essere la porta del confessionale, quella della chiesa o del pentimento. E là sempre un Padre che attende. Un Padre che ha già perdonato e che aspetta di ricominciare tutto daccapo. |
Preghiera di AvventoSabato 15 dicembre 2018 ore 15.00Tutta la comunità e tutti i ragazzi e i genitori dei gruppi |