La vocazione di San Matteo di Michelangelo Merisi Il Caravaggio

Misericordia Io voglio e non sacrifici

Domenica 31 Gennaio viene distribuito il numero di Febbraio del Giornalino Parrocchiale “In Cammino” (scaricabile a questo link: Febbraio 2016 Anno XXX Numero 2 con allegato).

In questo numero:

  • Misericordia io voglio e non sacrifici
  • Vestire gli ignudi
  • Benvenuto!
  • I pacchi viveri del Centro Caritas
  • Facciamo silenzio…
  • Riepilogo del Rendiconto Economico 2015

Di seguito l’articolo di apertura:

Il titolo del Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2016 prende origine dal versetto 13 del capitolo 9 del Vangelo di Matteo.

Nel capitolo 9 l’Evangelista Matteo racconta la propria chiamata al seguito di Gesù a cui segue un banchetto in cui Gesù siede con i discepoli e “molti pubblicani e peccatori”. Alla obiezione dei farisei, che chiedono ai discepoli “Come mail il vostro maestro mangia con i Pubblicani e i Peccatori?”, segue la risposta di Gesù, che in realtà è una citazione del libro del Profeta Osea (Os 6,6).

Il Dio presentato nel libro di Osea “si mostra sempre ricco di misericordia, pronto in ogni circostanza a riversare sul suo popolo una tenerezza e una compassione viscerali, soprattutto nei momenti più drammatici quando l’infedeltà spezza il legame del Patto e l’alleanza richiede di essere ratificata in modo più stabile nella giustizia e nella verità.”

Nel libro del profeta Osea “Dio gioca il ruolo di padre e di marito tradito, mentre Israele gioca quello di figlio/figlia e di sposa infedeli.”

La fedeltà assoluta di Dio, così bene rappresentata in Osea, raggiunge il suo vertice in Gesù Cristo. Gesù diventa “misericordia incarnata” rappresentazione concreta dell’amore infinito e assolutamente gratuito e totale di Dio.

La Misericordia allora, dice il Messaggio, «esprime il comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un’ulteriore possibilità per ravvedersi, convertirsi e credere» (Misericordiae Vultus, 21), ristabilendo proprio così la relazione con Lui. E in Gesù crocifisso Dio arriva fino a voler raggiungere il peccatore nella sua più estrema lontananza, proprio là dove egli si è perduto ed allontanato da Lui. E questo lo fa nella speranza di poter così finalmente intenerire il cuore indurito della sua Sposa.

Ma il sentirsi oggetto di tanta Misericordia cambia il cuore e la vita dell’uomo. Infatti: La misericordia di Dio trasforma il cuore dell’uomo e gli fa sperimentare un amore fedele e così lo rende a sua volta capace di misericordia. È un miracolo sempre nuovo che la misericordia divina si possa irradiare nella vita di ciascuno di noi, motivandoci all’amore del prossimo e animando quelle che la tradizione della Chiesa chiama le opere di misericordia corporale e spirituale. Esse ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti concreti e quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo, confortarlo, educarlo.

Ma l’uomo al giorno d’oggi ha perso la capacità di notare i bisogni dei propri fratelli, è come “accecato”. E questo accecamento, scrive Papa Francesco, si accompagna ad un superbo delirio di onnipotenza, in cui risuona sinistramente quel demoniaco «sarete come Dio» (Gen 3,5) che è la radice di ogni peccato. Tale delirio può assumere anche forme sociali e politiche, come hanno mostrato i totalitarismi del XX secolo, e come mostrano oggi le ideologie del pensiero unico e della tecnoscienza, che pretendono di rendere Dio irrilevante e di ridurre l’uomo a massa da strumentalizzare. E possono attualmente mostrarlo anche le strutture di peccato collegate ad un modello di falso sviluppo fondato sull’idolatria del denaro, che rende indifferenti al destino dei poveri le persone e le società più ricche, che chiudono loro le porte, rifiutandosi persino di vederli.

L’auspicio del messaggio è che: Per tutti, la Quaresima di questo Anno Giubilare sia un tempo favorevole per poter finalmente uscire dalla propria alienazione esistenziale grazie all’ascolto della Parola e alle opere di misericordia. Se mediante quelle corporali tocchiamo la carne del Cristo nei fratelli e sorelle bisognosi di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali – consigliare, insegnare, perdonare, ammonire, pregare – toccano più direttamente il nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spirituali non vanno perciò mai separate. È infatti proprio toccando nel misero la carne di Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di essere egli stesso un povero mendicante. Attraverso questa strada anche i “superbi”, i “potenti” e i “ricchi” di cui parla il Magnificat hanno la possibilità di accorgersi di essere immeritatamente amati dal Crocifisso, morto e risorto anche per loro. Solo in questo amore c’è la risposta a quella sete di felicità e di amore infiniti che l’uomo si illude di poter colmare mediante gli idoli del sapere, del potere e del possedere.

Non sprechiamo quindi questo tempo di Quaresima così favorevole alla conversione!

(Il testo integrale del messaggio è reperibile sul sito del Vaticano seguendo il link “messaggi” sulla home page digitando: http://tinyurl.com/Quaresima2016)

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