Navata centrale in chiesa grande videosorveglianza

In attesa di riprendere un percorso…

In queste ora in cui il Governo in accordo con la Conferenza Episcopale Italiana ci hanno comunicato le modalità per riprendere le nostre celebrazioni sento il bisogno di scrivere due righe, non per dare le indicazioni tecnico/pratiche per la ripresa delle celebrazioni (saranno tante!) ma per capire il senso di questo “ricominciare”. Lo faccio riflettendo attorno ad alcune idee che danno un po’ il senso di questo momento.

Servizio. La ripresa delle nostre celebrazioni sarà innanzitutto Servizio. Servizio al Signore che ci vedrà nuovamente riuniti come comunità che celebra. In questi mesi abbiamo riscoperto come siamo “culto vivente per il nostro Dio”. E lo siamo con la nostra vita in ogni instante innanzitutto amando e servendo i fratelli – quanti “servi” in questo periodo hanno celebrato il culto vivente offrendo la loto vita! Ma lo siamo in maniera speciale quando siamo riuniti come comunità.

Servizio sarà anche il nostro atteggiamento verso i fratelli, la partecipazione sarà sicuramente condizionata e contingentata in numeri ben precisi. Dovremmo farci servi dei fratelli rispettando la possibilità di ognuno di poter partecipare consapevoli che (adesso dopo questi mesi in cui lo abbiamo sperimentato lo sappiamo bene) la partecipazione alla Eucarestia è un dono. E la parola dono male si sposa con la parola “diritto”.

Pazienza. Ne occorrerà tanta. Andare alla Messa sarà complicato, pieno di attenzioni e norme da rispettare. Per certi versi, “esteriormente” sarà molto simile ad andare a fare la spesa al supermercato. La Pazienza ci permetterà di affrontare queste difficoltà con serenità e come occasione di rispetto ed attenzione, soprattutto per coloro che sono più deboli e fragili.

Collaborazione. La liturgia ci insegna che nella celebrazione tutta l’assemblea è coinvolta attivamente, in questi tempi questo significherà avere grande attenzione agli altri, a compiere i gesti dovuti nel modo indicato, a adoperarci perché vengano rispettare le norme di sicurezza che verranno indicate prima ancora che per “imposizione” come segno di amore e rispetto per i nostri fratelli.

Senso di Comunità. Anche se le nostre assemblee non potranno essere numerose come eravamo abituati dovremo riscoprire un rinnovato senso di comunità. Occorrerà che diverse persone per ogni celebrazione prestino il loro servizio affinché tutto si svolga come previsto dalle norme, senza di esse non sarà possibile celebrare. Appena avremo chiaro come organizzarci lanceremo un appello e chi vorrà potrà mettersi al servizio della comunità. Motivi di prudenza ci obbligheranno anche ad escludere da questo tipo di servizi le persone più adulte rivolgendoci principalmente a i più giovani, e sicuramente questo permetterà di accrescere la ricchezza del nostro essere comunità.

Il nostro Arcivescovo più volte si è espresso dicendo che la ripresa delle celebrazioni non deve essere una “corsa a chi riapre per primo”. Dobbiamo agire responsabilmente prendendoci il tempo necessario per poterci organizzare in modo da garantire completamente le indicazioni di sicurezza richieste. Questo significa che probabilmente non tutte le chiese riprenderanno le celebrazioni nello stesso momento. Ogni comunità lo farà secondo il proprio passo. E questo è un dovere che dobbiamo prenderci tutti gli uni verso gli altri. Non potremmo mai perdonarci che la “smania” di riprendere le celebrazioni al costo di trascurare la sicurezza possa causare il diffondersi del contagio. La Vita è un dono di Dio ed è nostro compito difenderla e tutelarla in ogni sua fase, metterla a repentaglio sarebbe un gesto contrario al Vangelo.

In questo momento così pieno di attese, ma anche di ansia e di dubbi affidiamoci al Signore. Lui che è “Via, Verità e Vita” saprà guidarci verso le scelte giuste e ci sosterrà nel cammino.

don Simone

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